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Vendita della “cannabis light”. Risso “Chiediamo chiarezza normativa”

Negli ultimi tempi è salita alla ribalta delle cronaca la vendita del prodotto comunemente denominato “cannabis light”.

Anche presso alcune tabaccherie d’Italia, oltre che attraverso altri esercizi commerciali e la rete internet, è iniziata la vendita di tale prodotto.

Come Federazione sappiamo già che la vendita di tale prodotto, al di là delle possibili ma non accertate implicazioni che potrebbero derivare dall’uso dello stesso, è oggi effettuata, promossa e pubblicizzata dai soggetti direttamente interessati come una vendita lecita, libera ed essenzialmente non riconducibile a specifiche prescrizioni.

Si tratterebbe di prodotti coltivati sulla base delle prescrizioni di cui alla legge n. 242 del 2016 e, conseguentemente, distribuibili e vendibili senza particolari limitazioni di sorta, se non sotto forma di raccomandazioni non vincolanti per l’esercente.

Considerata la confusione che c’è tra gli associati alla Federazione Italiana Tabaccai e soprattutto tra la clientela delle stesse tabaccherie Giovanni Risso, Presidente Nazionale della FIT chiede a nome dell’intera categoria: “un intervento chiarificatore sul tema, anche solo di tipo ricognitivo in ordine alla disciplina applicabile e soprattutto vorremmo conoscere quale sia la valutazione che gli Enti preposti (MEF, Ministero della Salute, Agenzia delle Dogane e Monopoli) ritengono di esprimere riguardo alla liceità o meno della vendita al pubblico dei prodotti a base di “cannabis light”. Resta inteso che in assenza di diverse indicazioni utili a rilevare profili di illeceità riguardo la vendita di tali prodotti, ci riterremo legittimati a ritenere tali attività non vietate dalla legge e, come tali, esercitabili anche dalla nostra rete”

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