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Un modello da replicare

cop 33 2025Scrivo queste righe di ritorno dalla presentazione del Rapporto sulla distribuzione dei prodotti da fumo e non da fumo curato come di consueto da Logista che quest’anno ha dedicato particolare attenzione all’evoluzione dei prodotti da fumo e da inalazione e alle dinamiche che stanno trasformando il mercato.

Un cambiamento che certo non coglie di sorpresa noi tabaccai dato che da dietro al nostro bancone il punto di vista sul mercato è certamente privilegiato. Non possiamo quindi che confermarlo: sebbene i prodotti tradizionali continuino a rappresentare la quota dominante del mercato la richiesta di prodotti di tabacco senza combustione è in crescita costante. Percentuali di vendite a parte, di certo c’è che in questo mercato noi tabaccai, in qualità di concessionari dello Stato, rimaniamo un pilastro cruciale per l’intero sistema, non solo come punti vendita, ma come sentinelle della legalità e della sicurezza. Tanto che il nostro è un ruolo essenziale per prevenire il mercato illegale e per rendere l’Italia un esempio di best practice a livello europeo.

Un concetto che voglio ben sottolineare perché al di là dei nostri confini nazionali, in Europa, la recente revisione della normativa che stabilisce le regole fiscali sui tabacchi lavorati rischia di compromettere mercato, operatori e Stato.

L’ho già detto nel corso del mio intervento alla tavola rotonda a margine della presentazione del Rapporto Logista, lo ripeto in questa pagina e lo ripeterò finché sarà necessario ed utile: serve un approccio ben diverso. Nello specifico, differenziazione delle categorie di prodotto, una politica fiscale di maggior favore per i prodotti innovativi ed incrementi delle accise progressivi ed equilibrati. Tutto questo in una cornice distributiva fondata su canali controllati e su licenze o concessioni attribuite dallo Stato. In questo modo si agevolano investimenti, sostenibilità e miglior tutela del mercato legale, bilanciando interessi quali la salute e l’erario.

In poche parole, bisogna esportare il modello italiano.

                                   Mario Antonelli

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