Autunno: tempo di... Bilancio!

Ci risiamo.

Puntuale, come ogni anno, la fine del mese di ottobre ci regala, assieme a castagne, nocciole e melograni, l’ineludibile Legge di Bilancio.

Il nome evoca quasi sempre scenari apocalittici, parole come debito pubblico e PIL diventano cornici della carta stampata e mantra recitati in tutte le televisioni, nelle radio e nei podcast, almeno fino alla Vigilia di Natale...

Nel frattempo, in questi due mesi, tutte le categorie economiche e sociali entreranno in una dimensione onirica, sognando di essere destinatarie di risorse per sostenere redditività ed investimenti. Quasi tutte, però, si scontreranno presto con la dura realtà: le risorse sono scarse, anzi, scarsissime e nella manovra di Governo, che dispone interventi per 30 miliardi di euro lordi nel 2025, i canali privilegiati di destinazione saranno, ovviamente, famiglia, scuola, pubblico impiego, pensioni e sanità.

Quest’ultimo settore, importantissimo per tutti i cittadini, è sempre tra i più critici perché ha bisogno di continue boccate di ossigeno per funzionare e, giocoforza, direttori sanitari, governatori regionali, medici e paramedici gireranno per i corridoi istituzionali con il cappello in mano. Logico e comprensibilissimo. Meno logico però è che qualcuno, come ho scritto in precedenza, voglia attingere a piene mani dal nostro settore con balzelli indecenti, mascherati da tassa di scopo, per restituire il soffio vitale ad un malato cronico. Un’idea folle, che metterebbe a rischio tutto il nostro sistema produttivo e distributivo, che oggi funziona benissimo e contribuisce in modo significativo alle entrate erariali.

Sfogliando attentamente tra le norme della Legge di Bilancio, al momento non abbiamo trovato traccia di questa follia e di ciò ne siamo grati al Governo che, evidentemente, dimostra con i fatti buon senso ed equilibrio.

In ogni caso, noi, che siamo più realisti del re, come si suol dire, non sogniamo ma neppure stiamo alla finestra ad assistere ad uno spettacolo teatrale dove si reciteranno parti mutevoli con copioni sempre nuovi, durante l’iter di approvazione della manovra.

Non siamo registi ma neppure comprimari e sceneggiature e copioni sappiamo sia leggerli che scriverli.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Mario Antonelli