Il vento atlantico d’autunno
Come avviene spesso nel nostro Paese all’inizio della stagione autunnale, il clima da stabile e soleggiato, comincia a risentire di correnti fresche atlantiche, talvolta di veri e propri vortici ciclonici, spesso provenienti dalla Francia, che irrompono nel Mediterraneo.
Allo stesso modo, una strana «corrente transalpina» pare aver attraversato qualche ambiente scientifico e politico, creando una particolare circolazione depressionaria con addensamenti nuvolosi specialmente nelle aree dove il tabacco si produce, si trasforma, si vende e si tassa.
E proprio di tasse qui si tratta.
La corrente atlantica in questi giorni porta con sé inquietanti auspici da una parte del mondo scientifico per una politica fiscale sul tabacco che in Italia faccia salire i prezzi ai livelli francesi, oltre 10 euro a pacchetto, per «ridurre la propensione al tabagismo e le malattie legate al fumo» o per «risollevare il Sistema Sanitario nazionale».
Tutto ciò proprio quando il legislatore ha trovato la quadra per un approccio strategico sulla fiscalità dei prodotti del tabacco basato su una programmazione equilibrata, ben bilanciata, che soddisfa tutti e che crea stabilità, con un mercato illegale che ogni anno diminuisce un po’, con percentuali tra le più basse d’Europa.
Qualcuno forse si diverte a soffiare questo venticello, dimenticando che proprio in Francia si è trasformato in un vortice ciclonico, che ha devastato il settore ed ha impoverito le casse erariali, facendo splendere il sole esclusivamente nei volti soddisfatti di contrabbandieri e contraffattori, nelle loro fabbriche clandestine, nei loro furgoni, nelle loro imbarcazioni e, soprattutto, nelle loro tasche.
La Francia è ancora ben dentro questo ciclone generato da una politica fiscale insensata, con il poco invidiabile record europeo del 33% del mercato illecito, con mancati introiti erariali per oltre 7 miliardi di euro e con un decremento della percentuale di fumatori che dopo tutto questo sfacelo supera di poco l’1%.
Questa è la realtà che taluni esponenti del mondo scientifico o accademico non vogliono vedere, sebbene ad un tiro di schioppo da casa nostra, sfornando statistiche di qualche remoto Paese asiatico per sostenere quella che non esiterei a definire una «proposta indecente».
Noi, per fortuna, nei palazzi istituzionali abbiamo ottimi meteorologi, che sanno ben leggere le carte e fare previsioni serie, creando in noi la ragionevole aspettativa che possano agire per lasciare che queste nubi si dissolvano, senza creare danni irreparabili.
Mario Antonelli