Smaltimento e-cig: stop alla disinformazione
Abbiamo già dato notizia dell’accordo di programma sottoscritto tra FIT, Logista, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Centro di Coordinamento RAEE, per costituire un circuito organizzato per lo smaltimento e il riciclo delle sigarette elettroniche esauste.
Sulla base di questo accordo è partito il progetto RECYCLE-CIG, il primo circuito organizzato della filiera. E subito si sono scatenati i leoni da tastiera, gli esperti dell’università della vita e i complottisti. Così un progetto di sostenibilità ambientale, che consente ai tabaccai di adempiere ad un obbligo di legge in modo facile ed economico, è divenuta l’ennesima occasione per sterili polemiche da parte di chi, fino al nostro annuncio, non si era nemmeno reso conto del problema.
Fa specie che, intanto che noi ci attivavamo per trovare una soluzione e salvare un prodotto, le e-cig, il cui giro di affari è diventato importante per tanti di noi, vari nostri colleghi si sono fatti ammaliare da sirene beatamente ignoranti.
Facciamo chiarezza allora!
In questo numero trovate uno speciale nel quale abbiamo risposto a molti quesiti giunti alla FIT e una spiegazione puntuale del contratto di adesione al circuito.
Vi invito a leggerlo con attenzione per diradare ogni dubbio in merito. Peraltro, come specificato negli articoli che seguono, l’unico obbligo è quello di smaltire in modo corretto le e-cig esauste. Ogni tabaccaio però può scegliere se farlo con RECYCLE-CIG o in autonomia. Purchè lo faccia, a pena di sanzioni che arrivano fino a 26.000 euro!
Perché rischiare se con il costo di un caffè a settimana posso mettermi in regola e adempiere agli obblighi di legge in modalità semplificata?
Su questo punto mi preme fare subito chiarezza.
I tabaccai che vendono sigarette elettroniche sono obbligati a ritirarli secondo il sistema «uno contro uno» (restituisco una e-cig esausta contestualmente all’acquisto di una nuova). Su questo non ci sono dubbi, anche se si dimentica di dirlo chi discetta di non obbligatorietà «dell’uno contro zero» (ritiro prodotto esausto senza contestuale acquisto) per gli esercizi sotto i 400 mq di superfice.
Se abbiamo optato in via facoltativa per il sistema di raccolta «uno contro zero» non è perché ce lo impone la legge, ma perché possiamo adempiere agli obblighi normativi con modalità operative più semplici del sistema «uno contro uno» offrendo al contempo ai nostri clienti un’opportunità più favorevole.
Insomma, ci guadagna l’ambiente, ci guadagna il tabaccaio (salva le vendite e risparmia sui costi di gestione) e ci guadagna il consumatore.
Perde e senza neanche troppo stile, chi ancora una volta è costretto a inseguire.
Mario Antonelli