L’Euromonarchia
Alla più grande esposizione internazionale di prodotti del tabacco e di nuova generazione, la Intertabac, che si svolge ogni anno, a metà settembre, a Dortmund in Germania, da tempo è presente anche la FIT, assieme ai colleghi membri della CEDT, per portare ad un vasto pubblico la nostra testimonianza di tabaccai sui problemi, gli sviluppi e le potenzialità della nostra rete di vendita in Europa.
Abbiamo organizzato all’interno della Fiera una tavola rotonda, esprimendo, pubblicamente, la preoccupazione che le prossime regolamentazioni europee su tabacco e prodotti alternativi compiano con qualche deriva di stampo demagogico e proibizionista.
Non amiamo recitare il ruolo delle Cassandre di turno, ne faremmo volentieri a meno, ma l’aria che stiamo fiutando ci piace poco.
Sembra che qualcuno in Europa interpreti il proprio ruolo istituzionale in maniera un pochino assoluta, dimenticando che monarchie o califfati non sono istituti contemplati dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, il quale, al contrario, propone un modello di governo basato sul bilanciamento dei poteri tra le varie Istituzioni ed il Parlamento.
Invece, dalle voci che circolano, pare che temi importantissimi, vitali direi per tutto il nostro comparto, quali l’inquadramento normativo e fiscale dei prodotti a potenziale rischio ridotto in primis, oggetto di una posizione comune che l’Unione europea assumerà in occasione della Conferenza delle Parti della Convenzione OMS sul Tabacco, che si svolgerà a Panama dal 20 al 25 novembre prossimi, siano trattati in modo veloce, superficiale, senza un dibattito politico e scientifico equilibrato.
La Commissione europea sembra voler tirare la volata, agganciandosi al vagone OMS per accatastare in un’unica fattispecie, quella del tabacco tradizionale, tutto l’universo dei prodotti di nuova generazione. Un’operazione davvero contestabile, come lo è considerare il vapore del tabacco riscaldato e della sigaretta elettronica alla stessa stregua del fumo delle sigarette tradizionali. Operazione degna del miglior saltimbanco, ma non siamo al circo, siamo in un’Istituzione che è nata per tutelare gli interessi generali dell’Unione e per porre le fondamenta di norme e regole condivise.
Infine, come ciliegina sulla torta, stavolta la Commissione sembra premere per avere una sorta di «pieni poteri decisionali» alla Conferenza OMS, fatto mai accaduto nelle precedenti sessioni, ponendo in secondo piano le posizioni del Consiglio e, soprattutto del Parlamento, gettando così alle ortiche tutto il lavoro che gli eurodeputati hanno fatto sinora per trovare un punto d’incontro tra esigenze di tutela della salute ed evidenze scientifiche, a sostegno della transizione verso i prodotti che presentano un potenziale minor rischio.
Ce ne è abbastanza per una corale alzata di scudi non solo della filiera produttiva e distributiva ma anche e soprattutto del Parlamento europeo e degli Stati membri, che qualche euroburocrate con la corona di cartapesta in capo vorrebbe ridurre al ruolo di comprimari in questa tragica commedia.
Tuttavia, in tutto questo scenario complesso e preoccupante, abbiamo ragione di credere che il nostro Governo, come sempre, saprà esprimere una posizione equilibrata e far valere le prerogative del Consiglio senza firmare deleghe in bianco. E non sarà certamente solo, ma avrà il sostegno di decine di migliaia di piccole imprese familiari, le nostre.
Gli aspiranti «Re Sole» sono avvisati.
Mario Antonelli