Convincere, non vietare
Negli ultimi giorni da un organo di informazione all’altro rimbalza la notizia di un prossimo inasprimento del divieto di fumo in vigore nel nostro Paese.
Lo dico subito chiaramente, a scanso di equivoci: mi sembra una sciocchezza.
Stando a quanto paventato dalla ridda di notizie che si sono susseguite, si pensa di intervenire ulteriormente sulla Legge Sirchia vietando il fumo, pure all’aperto, non solo del tabacco tradizionale, ma anche dei prodotti di nuova generazione, siano essi a tabacco riscaldato che sigarette elettroniche.
Un’equiparazione che ci lascia interdetti e che fa sorgere più di qualche domanda.
Una su tutte: possibile che il Ministero della Salute, a parità di rischio per la salute pubblica, piuttosto che stringere le maglie di un divieto già esistente e funzionante, non abbia mai preso in considerazione, ad esempio, di iniziare ad intervenire sul consumo di alcolici o sull’abuso di zuccheri?
Perché, lo dico con le ragioni dell’evidenza, dal giorno della sua entrata in vigore ad oggi, la notissima Legge Sirchia ha di certo cambiato radicalmente le abitudini dei fumatori facendoli riflettere, non solo attraverso l’imposizione del divieto di fumo, sui pari e legittimi diritti dei non fumatori.
Un risultato di notevole importanza che indica con chiarezza che dovrebbe essere questa la strada maestra da seguire: sensibilizzare anche i più restii al rispetto delle altrui libertà piuttosto che vietare... vietare... e ancora vietare.
Anche perché, è dimostrato, proibizionismo ed eccessiva restrizione delle libertà individuali non hanno mai funzionato.
Tuttavia, qualora il Governo persistesse nella sconsideratezza di dare un’ulteriore stretta al divieto di fumo noi continueremo a vendere il tabacco come abbiamo sempre fatto, in virtù della concessione di Stato e nel rispetto di tutte le norme che regolano il regime di monopolio vigente nel nostro Paese.
Ma sia chiaro, non siamo né giudici né controllori. Siamo tabaccai e lo resteremo.
Mario Antonelli