l’Angelo e lo Sceriffo
In questi giorni alcuni nostri colleghi sono balzati agli onori della cronaca per essersi rifiutati di vendere biglietti Gratta e Vinci o raccogliere giocate del Lotto a clienti che volevano pagare con la carta del reddito di cittadinanza.
Capisco l’interesse mediatico, probabilmente derivante anche dall’acceso dibattito politico attorno alle modalità di utilizzo del beneficio economico, ma non vorrei che per realizzare uno scoop giornalistico sotto la lente d’ingrandimento finisca poi strumentalmente la nostra categoria.
Intendiamoci, in giro ci sarà anche qualcuno che fa finta di non sapere che esiste un chiaro divieto di utilizzare la carta del reddito di cittadinanza per giochi con vincite in denaro, ma la stragrande maggioranza dei tabaccai ogni giorno svolge un’insostituibile funzione di presidio della legalità, anche su questo fronte.
Quanti di noi, in virtù dell’esperienza e del forte radicamento sul territorio, si comportano da padri e madri di famiglia o da amici, che con la parola detta al momento giusto o con qualche rimbrotto impediscono al giocatore di scivolare in comportamenti al limite del patologico?
Tantissimi, ne sono sicuro, perché in quarant’anni di vita sindacale ho sentito tante storie edificanti ed è uno dei motivi per i quali insisto (e lo farò in tutte le sedi istituzionali) sul valore della nostra rete fisica per la raccolta del gioco pubblico.
Mi fermo qui, non voglio scrivere una pagina da libro «Cuore».
Voglio però ribadire, come ho fatto con una comunicazione ufficiale, che comportamenti che a taluni paiono delle eccezioni per noi sono la regola, poiché siamo abituati a lavorare in un quadro di norme rigorose e lo facciamo serenamente, senza clamori mediatici.
Però nessuno si sogni di trasformarci adesso da angeli custodi in sceriffi. Sul petto non abbiamo appuntata una stella o un distintivo, se non quello della «T».
Mario Antonelli