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cop 27 2022Il titolo, su cui ho un po’ giocato, riassume lo stato d’animo di molti nostri associati nelle numerose mail che ci inviano in questi giorni per contestare l’applicazione dell’obbligo indiscriminato di accettazione di carte di debito, credito e prepagate nelle tabaccherie.

Molte delle ragioni esposte nelle parole dei colleghi e delle colleghe che ci scrivono sono più che valide, tant’è che ormai a tutti è ben noto il nostro impegno in sede istituzionale e politica per rendere quest’obbligo il meno oneroso possibile per la categoria, specialmente nei casi di transazioni su beni e servizi ad aggio o margine fisso e per i distributori automatici che non sono idonei ad accettare pagamenti elettronici.

Ci stiamo lavorando con grande impegno, e non da ieri, per questo non torno sull’argomento.

Vorrei invece approfittare di questo spazio per svolgere una riflessione insieme a Voi. Nel corso delle riunioni sindacali cui partecipo, in presenza o telematicamente, mi accorgo che sono ancora in parecchi a non valutare l’incidenza effettiva delle commissioni sui ricavi. Innanzi tutto molti non usufruiscono del credito d’imposta che ci viene riconosciuto nella misura del 30% riducendo quindi di pari misura il costo della transazione.

Inoltre la maggior parte delle convenzioni bancarie, inclusa quella con Poste per l’Acquiring, pongono un tetto di spesa al di sotto del quale non si applicano commissioni. E non tutti considerano che i nostri fornitori sui pagamenti elettronici delle bollette e dei servizi finanziari che eroghiamo in tabaccheria assorbono i costi delle relative commissioni.

Il denaro contante può sembrare il mezzo di pagamento più economico, e tuttavia se consideriamo il costo del nostro tempo per riversarlo, i costi assicurativi per furti e rapine e i connessi rischi, perde d’appeal. Vari sono gli studi in tal senso.

Concludo con questa considerazione: il mercato sta andando a passo spedito verso i pagamenti digitali, che ci piaccia o no. Se vogliamo stare sul mercato con la moneta elettronica dobbiamo conviverci.

Insomma, la moneta elettronica è una tigre che va cavalcata, altrimenti finiamo sbranati.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Mario Antonelli

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