Il Green Pass: e la tabaccheria di Charlie Chaplin
Scrivo queste righe nel momento in cui vari esponenti di Governo si stanno confrontano per stabilire con decreto del Presidente del Consiglio in quali attività, anche del settore commerciale, i clienti saranno esentati dall’obbligo di esibizione del Green Pass, che, come ormai noto, servirà praticamente dappertutto dal prossimo 1 febbraio.
Non appena appresa la novità contenuta nel primo decreto legge del nuovo anno abbiamo subito chiesto al Governo di inserire le tabaccherie tra le attività esentate.
Non è questione di volere trattamenti di favore, ma di riconoscere la peculiarità dei nostri esercizi, che sono centri polivalenti al servizio dei cittadini e delle Istituzioni ed ormai parte integrante del tessuto sociale del nostro Paese.
Si tratta di continuare a considerare le nostre attività come essenziali, né più e né meno di quanto fece il Governo nel marzo 2020 all’inizio della pandemia e del lockdown che trasformò le nostre città ed i nostri paesi in deserti in cui le tabaccherie erano delle vere e proprie oasi che assicuravano quel minimo di normalità della vita quotidiana.
Aggiungo che si tratta anche di evitare la paralisi delle nostre rivendite, caratterizzate da un costante afflusso di clienti e rapidi tempi di vendita di beni e servizi e dove spesso opera solo il titolare.
Controllare il Green Pass all’ingresso poi tornare dietro il bancone per servire il cliente con i ritmi veloci che ha una rivendita, significa replicare le scene forsennate della catena di montaggio nel film «Tempi moderni» del grande Charlie Chaplin...
Ma noi non siamo attori. E men che meno vogliamo che si creino file ed assembramenti, fuori e dentro la tabaccheria.
Auspico perciò che gli esponenti di Governo interpellati siano d’accordo con noi e diano ascolto alle ragioni di chi ogni giorno serve lo Stato ed i cittadini con grande senso di responsabilità.
Giovanni Risso