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Moneta elettronica: tempo di dare non di prendere

cop 21 2021Ho indugiato un po’ prima di scrivere queste righe, perché l’argomento è di quelli che ci fanno venire subito mal di pancia e sbalzi pressori.

Mi riferisco, ovviamente, ai pagamenti con moneta elettronica per i beni e servizi che forniamo a fronte di margini irrisori o aggi predeterminati che a malapena coprono le spese sostenute.

Non mi dilungo sulla questione: tutti conoscete gli sforzi e l’impegno che abbiamo messo in campo per trovare una soluzione al problema che da troppo tempo ci assilla.

La notizia però è stata pubblicata sul quotidiano Italia Oggi e su altre testate giornalistiche on line, perciò ho deciso di condividerla su questo spazio.

Pochi giorni fa gli onorevoli Vitiello e Ungaro hanno presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere quali iniziative intendesse porre in atto il Governo per rendere concreto l’impegno assunto con l’approvazione dell’ormai noto ordine del giorno del dicembre scorso, finalizzato a rendere facoltativo il pagamento elettronico riferito ai predetti prodotti acquistati presso le tabaccherie e con quali tempi di attuazione.

La risposta è arrivata subito dalla Sottosegretaria all’Economia e Finanze, prof.ssa Maria Cecilia Guerra, che ha assicurato non solo il monitoraggio dell’andamento del programma cashback per capire quanto sia sostenibile dagli esercenti per pagamenti di importi contenuti su beni a margini ridotti, ma anche una particolare attenzione al tema del pagamento elettronico sui prodotti acquistati presso le nostre tabaccherie.

Dalla sua risposta appare evidente che lo Stato riconosce che sulla maggior parte dei beni e servizi forniti in tabaccheria non sono possibili fenomeni elusivi e i relativi ridotti margini non permettono una sostenibilità economica nel caso di un pagamento con bancomat o carta di credito.

Queste parole, a mio avviso, segnano il tempo del confronto, sereno e costruttivo, ma senza indugi.

Mutuando le parole del Premier Draghi, per lo Stato è tempo di dare, non di prendere.

Noi non chiediamo sovvenzioni, ma la libertà di scelta imprenditoriale, che oggi è compressa da un obbligo che impone di accettare la moneta elettronica anche a fronte di evidenti situazioni di remissione economica e su prodotti e servizi su cui è impossibile ogni fenomeno elusivo.

Questo non è certo degno di un Paese che tutela costituzionalmente la libertà d’iniziativa economica.

 

                                      Giovanni Risso

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