In Europa con i colleghi della cedt per affrontare sfide importanti
Nonostante l’emergenza epidemiologica tuttora in atto e le limitazioni agli spostamenti internazionali, la Confederazione Europea dei Dettaglianti del Tabacco, di cui la FIT è socio fondatore, non si è mai fermata.
Sono proseguiti gli incontri, in modalità virtuale, gli scambi di idee e le condivisioni delle esperienze nazionali fra tutte le associazioni confederate, con particolare attenzione agli effetti delle misure di lockdown sulla redditività delle nostre reti di vendita, sul mercato interno e su quello transfrontaliero.
Su quest’ultimo punto, come era logico aspettarsi, tutti i Paesi interessati hanno registrato aumenti di vendite con percentuali a due cifre nelle zone di confine, dove fino a pochi mesi fa il segno era perennemente negativo a causa del commercio transfrontaliero. Anche in Friuli Venezia Giulia è arrivata una boccata di ossigeno nei mesi primaverili...
Stiamo quindi elaborando un’analisi territoriale del fenomeno da sottoporre alle Istituzioni europee con un documento congiunto di proposte, considerando che i Paesi rappresentati dalle nostre associazioni compongono oltre il 60% del mercato europeo del tabacco e le relative entrate erariali pesano in maniera determinante sul bilancio unionale.
Si è così rafforzato il fronte comune per affrontare le prossime sfide, prime fra tutte la revisione della Direttiva sulla fiscalità dei prodotti del tabacco e la lotta al mercato illecito del contrabbando e della contraffazione.
Per riprendere quindi le fila di un discorso che la pandemia ha solo sospeso ma non interrotto, pochi giorni fa il Presidente della CEDT Peter Schweinschwaller è venuto a trovarci nei nostri uffici per definire una strategia di intervento comune, condividendo obiettivi e modalità d’azione. Tra vecchi amici ci si capisce al volo e come al solito, l’intesa è stata massima e tante idee sono scaturite da questo incontro.
A pochi giorni di distanza in videoconferenza ci siamo confrontati anche con gli amici francesi, con i quali abbiamo condiviso obiettivi e strategie comuni per rafforzare il nostro ruolo in Europa e per ripensare alle modalità di contrasto dei fenomeni del mercato illegale.
Dobbiamo toglierci questa spina dal fianco e per farlo dobbiamo essere compatti ed avviare un dialogo serrato con le autorità competenti dell’Unione, approfittando del fatto che finalmente cresce a Bruxelles la consapevolezza che il mercato illegale non è un fenomeno di costume ma una seria minaccia agli interessi finanziari e alla salute dei cittadini del Continente.
Insomma, ripartiamo con più grinta anche in Europa per difendere il nostro ruolo ed il nostro lavoro.
Giovanni Risso