Chiusura sì ma temporanea: cosa possiamo fare per risollevarci dalla crisi
Nei giorni scorsi, lavorando a stretto contatto con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, abbiamo trovato la quadra sulle chiusure temporanee e le riduzioni di orario di apertura.
Non è stato facile, perché l’Agenzia ha dovuto giustamente rispettare le prescrizioni del Decreto del Presidente del Consiglio, che prevede l’erogazione del servizio. A volte le cose viste dal di fuori sembrano semplici, anche quando semplici non sono. Anzi.
La complessità si affronta con la serietà e la competenza. Noi le abbiamo messe in campo ancora una volta.
Ora viene la parte più difficile. La questione dei pagamenti e degli insoluti.
Abbiamo chiesto ai concessionari, gli unici che possono decidere in proposito, di sospendere o rimandare l’addebito dei canoni previsti dai contratti aggiuntivi al gioco. Sarebbe un aiuto in questo momento di difficoltà. Difficoltà che però, è bene ricordare, affrontano tutti, anche i concessionari che all’Erario dovranno comunque riversare anche quanto noi non siamo stati in grado di onorare alla scadenza.
La questione più complicata riguarda tabacchi e Gratta e Vinci. In questi casi infatti, stante il difficile momento, non si deve riversare quanto già incassato ma pagare quanto non è ancora stato venduto o che, di punto in bianco, non si potrà più vendere causa ordinanza sul gioco del Sindaco di turno.
Stiamo lavorando, tanto con Logista Italia quanto con Lotterie Nazionali, per cercare soluzioni che consentano di riprendere l’attività il prima possibile anche laddove non si si sia riusciti ad evitare un insoluto.
Ovviamente anche i produttori di tabacco che della nostra rete si avvalgono per la vendita dei loro prodotti, sono chiamati a dare il loro contributo.
Inoltre abbiamo interessato il Ministro Gualtieri del problema, evidenziando le difficoltà aggiuntive che la categoria deve affrontare a causa di ordinanze comunali che vietano il gioco da un giorno all’altro, lasciandoci con il cerino in mano.
Continueremo a lavorare pancia a terra affinché, alla fine di questo brutto periodo, quando faremo l’appello a rispondere «Presente!» ci siate tutti voi che in noi avete creduto.
Giovanni Risso