Anno nuovo, vita nuova... per la plastica!
In questi giorni la circolazione delle monete in centesimi ha ripreso un inaspettato vigore nel nostro Paese.
Merito della novità che riempie le pagine dei giornali ed è divenuta l’oggetto di discussioni accorate, nei social, nei dibattiti televisivi come nei bar e nelle strade. Avete tutti capito che mi riferisco alle buste di plastica.
Non entro nel merito dei dettagli tecnici della nuova legge (che troverete comunque all’interno del giornale), anche perché mi pare di capire che occorreranno presto ulteriori interventi interpretativi del Ministero dell’Ambiente e di quello della Salute, soprattutto per quanto riguarda le buste ultraleggere, quelle, per intenderci, che utilizziamo nei supermercati per pesare frutta e verdura.
Mi domando, tuttavia, se l’obbligo di imporre a tutti gli esercenti (e quindi anche a noi tabaccai) di far pagare al cliente il sacchetto (a meno che non sia di carta) e di emettere il relativo scontrino fiscale, magari per la sola busta e inserendo una specifica voce del corrispettivo, con sanzioni per inosservanza ai nuovi obblighi che vanno da 2.500 a 25.000 euro, per raggiungere 100.000 euro in talune ipotesi, non sia un po’ fuori dai canoni di necessità e proporzionalità.
Il risultato, comunque, è che molti colleghi in questi giorni mi hanno manifestato il disagio di dover chiedere ai loro clienti di pagare anche quelle bustine che fino a ieri erano cedute a titolo gratuito e di dover sopportare i loro rimbrotti se non, addirittura, qualche insulto nella ricerca spasmodica delle monetine per pagare quello che in tanti considerano né più e né meno che un «balzello».
Personalmente sono convinto della necessità di ridurre al minimo l’uso della plastica che ha un impatto ambientale abnorme, ma sono altrettanto convinto che esistano delle valide alternative, come le borse a rete, utilizzate da tempo e con ottimi risultati in numerosi Paesi.
La miglior soluzione, più che imporre nuovi oneri a esercenti e clienti, forse sarebbe guardare con equilibrio al passato, al modo di fare la spesa delle nostre nonne e delle nostre mamme, che usavano le sporte, magari fatte ad uncinetto, più e più volte.
Giovanni Risso