Gioco pubblico: diamo battaglia!
Il proibizionismo che negli ultimi anni sta cercando di cancellare il gioco pubblico con vincita in denaro ha raggiunto ormai dei livelli inaccettabili. E noi, che non siamo abituati a restare con le mani in mano, ci siamo spesi in tutti i modi possibili, sia a livello politico-istituzionale che nelle aule di tribunale, affinché si mettesse finalmente la parola fine a questa folle crociata.
Ma ora la pazienza è agli sgoccioli.
Per questo motivo, di concerto con il Sindacato Totoricevitori Sportivi, abbiamo deciso di alzare il tiro: dopo i ricorsi ai vari Tribunali Amministrativi Regionali e al Consiglio di Stato, ci siamo rivolti direttamente alla Corte dei Conti.
Quello che abbiamo fatto è un ragionamento semplice e chiaro: la produzione regolamentare degli Enti Locali che limita nelle maniere più disparate il gioco pubblico, oltre a frammentare il territorio nazionale in una giungla inestricabile di normative e prescrizioni, produce anche evidenti danni economici. Ma non soltanto alle innumerevoli aziende che operano nel settore (come noi tabaccai e i ricevitori in generale), quanto e soprattutto allo stesso Stato.
Ebbene, riteniamo impossibile che si distrugga un intero settore economico, con grave pregiudizio per lo Stato a cui spetta la regolamentazione e nessuno paghi per questo.
I nostri esposti sono finalizzati proprio a verificare se sia effettivamente ravvisabile un danno erariale, a quanto ammonti esattamente e, soprattutto, se si possa riconoscere la responsabilità di qualcuno per tale danno. E ovviamente, se questa responsabilità dovesse essere riconosciuta, allora qualcuno dovrà pagare!
I primi esposti sono stati presentati alle Procure della Corte dei Conti della Lombardia, del Veneto, del Piemonte e della Toscana, territori, questi, che più di ogni altro hanno fornito terreno fertile alle follie degli amministratori locali.
Insomma, la guerra al gioco pubblico legale è accesissima e noi ci batteremo fino all’ultimo respiro!
Confidiamo che tali esposti siano utili per rimarcare la competenza centrale dello Stato e che finalmente i Sindaci facciano un passo indietro, lasciando al Governo il compito di regolare la materia.
Giovanni Risso