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Occhio alla PEC!

 

Era il 2008 quando nel mondo delle imprese ha fatto il suo ingresso l’obbligo di dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata.

Dalla fine del 2013, l’obbligo è stato generalizzato e pertanto tutte le tabaccherie, sia quelle già operanti che quelle di nuova attivazione, sono tenute a dotarsi di un indirizzo PEC.

Siamo nell’era della digitalizzazione, nel­l’era in cui le comunicazioni richiedono immediatezza ed efficacia. Tanto più quando si tratta di comunicare con lo Stato, con l’Amministrazione, allorquando all’immediatezza si aggiunge anche la necessità di garantire la certezza.

Ma ottemperare all’obbligo non è sufficiente. Per chi non lo avesse già fatto diventa improrogabilmente necessario familiarizzare al più presto con la propria casella di posta elettronica, utilizzarla e soprattutto abituarsi a controllarla quotidianamente, per non correre il rischio di trovarsi di fronte a spiacevoli sorprese.

 

Nel caso che più ci interessa da vicino, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, accedendo ai nostri indirizzi PEC reperibili presso il registro delle imprese, potrà inviarci via PEC le proprie determinazioni per quel che riguarda, ad esempio, un’istanza relativa al trasferimento della nostra tabaccheria oppure potrà comunicarci l’avvio di un procedimento amministrativo che ci riguarda come controinteressati o, ancora, giusto per citare anche le ipotesi meno gradite, una contestazione per una qualsivoglia violazione commessa.

Ora, ciascuna di queste comunicazioni, qualunque esse siano, produce effetti dal momento in cui giunge sulla nostra casella di PEC, a prescindere dal fatto che sia stata effettivamente letta: la conseguenza sarà che, a nostra insaputa, decorso un certo termine, quella comunicazione diventa definitiva e non sarà più possibile da parte nostra difendere o far valere le nostre ragioni.

Quindi, giusto per lasciarci con una battuta, «OCCHIO ALLA PEC»!

                                                                                                                                        Giovanni Risso

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