SuperEnalotto: facciamoci bene i conti!
Nel 1999 c’erano 18.000 ricevitori di SuperEnalotto che percepivano un aggio medio di 17.000 euro all’anno; nel 2015, oltre 36.000 ricevitori hanno ricevuto un aggio di poco superiore a 2.000 euro. Risultato: neanche 50 euro a settimana, vale a dire l’87% in meno rispetto a sedici anni fa. Da quasi 4 miliardi di raccolta nel ’99 a meno di 1 miliardo lo scorso anno.
Questi sono i numeri di Sisal che, in tre lustri, ha demolito i suoi giochi e la redditività della rete di cui fanno parte 21 mila tabaccai.
Nello stesso periodo, Sisal ha introdotto i canoni e un fondo rischi, finendo per trasformare tali voci in una fonte primaria di ricavo per se stessa e una spesa insostenibile per noi.
Come se non bastasse, per il 2016 il costo del fondo rischi verrà raddoppiato alla maggior parte dei tabaccai che raccolgono SuperEnalotto, senza giustificazioni.
Allora mi chiedo: con gli aggi attuali, riusciamo a coprire costi aggiuntivi che vanno da 1.400 ad oltre 3.000 euro l’anno e ripagare il nostro lavoro? Improbabile! I dati ci dicono che una piccola parte di ricevitori fa ancora utili, altri pareggiano i costi, la maggior parte finisce per lavorare in perdita.
Per questo ho deciso di dare il mio massimo appoggio e quello di Federazione Italiana Tabaccai al Sindacato Totoricevitori Sportivi che ha criticato duramente le scelte di Sisal fino ad interrompere le trattative. Insieme abbiamo deciso di percorrere ogni strada per manifestare il nostro dissenso senza escludere la possibilità di iniziative eclatanti.
Intanto, vi invito a valutare serenamente, da imprenditori e professionisti del settore, la reale redditività dei prodotti Sisal all’interno della vostra tabaccheria.
Perché è giunto il momento di farci bene i conti e di porci la domanda se ci convenga continuare a raccogliere il SuperEnalotto.
Una cosa è certa: il lavoro va remunerato!
Giovanni Risso