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La battaglia dei prezzi

Speravamo di non dover più tornare sull’argomento e invece eccoci qua un’altra volta. Dopo anni di deprezzamento del mercato del tabacco conseguente ad una guerra sui prezzi al pubblico delle sigarette, il mercato sembrava in ripresa, lenta ma pur sempre ripresa. Gli effetti del decreto varato dal Governo a dicembre dello scorso anno cominciavano infatti a dispiegarsi.

Un decreto invero imperfetto dato che il livello di tassazione minima consentiva comunque ai produttori dei margini per un nuovo ribasso dei prezzi. E tuttavia si auspicava, noi con il Governo, che il buon senso portasse ad evitare nuove manovre depressive del mercato. Così pare non sia. 

E per favore chi opera queste mosse non ci venga a dire che servono a contrastare il contrabbando. Così non è. E questa è una certezza basata su dati empirici. E non ci vengano a dire che la fiscalità non è affar nostro perché la fiscalità è il principale componente del prezzo al pubblico il quale a sua volta è la base per il calcolo del nostro aggio che aumenta all’aumentare dei prezzi al pubblico e diminuisce al loro decrescere.

E non avremo diritto di difendere il nostro reddito? Neutrali sì, ma fessi no. Non ci importa come vengono determinati i prezzi, non vogliamo schierarci con quella o questa marca o stabilire quale debba essere la forbice tra il prodotto meno costoso e quello più caro, ma certamente ci interessa e diremo la nostra sul punto di caduta del sistema.

Se poi di fiscalità non dobbiamo occuparci, occupiamoci allora di aggio e chiediamo che un compenso fermo dal 1992 e che nel suo complesso fino a pochi anni orsono cresceva al crescere del valore del mercato, venga innalzato perché oggi il valore del mercato, il nostro mercato, sta diminuendo. Un mercato che diminuisce anche a quantità e che è stato chiamato a sopportare duri colpi e si appresta con il recepimento della direttiva sui prodotti del tabacco a subirne di nuovi e potenti. Non è solo questione di marginalità, ma anche e soprattutto di sopravvivenza.

Un aumento di aggio che lo Stato dovrebbe riconoscerci anche in virtù del nostro ruolo non solo di difensori dell’Erario, ma anche di presidio sociale sul territorio per un prodotto sui generis.

Valutino poi coloro che con i prezzi giocano al ribasso, se conviene loro che non si stia più attenti alla fiscalità o alla percentuale di aggio.

 

                                                      Giovanni Risso

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