Il decreto accise e la giostra dei prezzi
In questi giorni alcuni colleghi ci hanno manifestato preoccupazione, talvolta malcontento, per i recenti aumenti dei prezzi al pubblico delle sigarette, l’ultimo dei quali in vigore dal 23 gennaio scorso, a completamento di tutti i brand.
Capisco che la congiuntura economica che stiamo vivendo suscita uno stato d’animo tutt’altro che sereno.
Su questo tema, però, vorrei fare una riflessione.
Per molto, troppo tempo, la nostra categoria è stata in balia delle continue fluttuazioni dei prezzi, in particolare al ribasso e sulla mia scrivania arrivavano tante lettere ed e-mail di colleghi stufi di stare sulle montagne russe di una giostra senza fine e, per di più, guadagnando meno. E noi abbiamo sempre amplificato questa crescente protesta della categoria nelle sedi politiche ed istituzionali, confrontandoci anche con il Ministro delle Finanze, on. prof. Padoan.
A tutti i rappresentanti dell’industria e dello Stato abbiamo sempre detto chiaro e tondo che la guerra dei prezzi non giova a nessuno e sul campo di battaglia lascia solo morti e feriti, senza vincitori veri.
Come avevamo previsto, la guerra dei prezzi ha lasciato il segno: minor reddito per i tabaccai e minori introiti per l’Erario. Infatti, lo scorso anno il mercato pur registrando una ripresa in termini di volumi di vendita ha scontato una perdita in termini di entrate pari a circa 100 milioni di euro. Perdita che in proporzione ha scontato anche la categoria: minori aggi a fronte di maggiori quantità vendute.
Il decreto legislativo in vigore da poche settimane, cui dedicheremo uno speciale sul prossimo numero, introducendo l’onere fiscale minimo, sembra andare nella direzione auspicata, cioè verso un riequilibrio del mercato che eviti politiche dei prezzi tendenti a forti diminuzioni, ponendosi anche in linea con le esigenze di tutela della salute e dell’Erario.
Intanto, a noi basta che fermi la giostra e dia un pochino di ossigeno a tutti.
Giovanni Risso