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Newslot e targhette antiludopatia: un pasticcio tutto italiano

 

Che la nostra categoria sia una delle più controllate d’Italia, questo è risaputo.

Siamo ormai abituati ad ogni genere di controllo all’interno delle nostre rivendite e le norme alle quali dobbiamo sottostare sono le più variegate e le più disparate. Dalla gestione della rivendita in senso stretto al mondo dei giochi, dal settore fiscale a quello pubblicitario; per non parlare dei cartelli obbligatori da esporre un po’ in ogni dove, che hanno quasi trasformato i muri delle nostre attività in vere e proprie bacheche di affissione.

Ovviamente la nostra categoria ha da sempre fatto della legalità e del rispetto delle regole la propria bandiera, ed in effetti, bisogna riconoscerlo, questo è stato uno dei segreti che ci hanno permesso di crescere sempre più e di acquistare agli occhi della gente e delle istituzioni un ruolo privilegiato rispetto ad altre categorie di attività. Insomma tutti gli obblighi vanno rispettati, su questo non si discute. Ma tra gli obblighi che dobbiamo rispettare ce ne sono alcuni più antipatici di altri, oltretutto di dubbia efficacia. E tra questi sicuramente c’è quello introdotto dal decreto Balduzzi a fine 2012, di affiggere su ogni apparecchio newslot un’apposita targhetta di avviso sul rischio di ludopatia.

Ora, noi non vogliamo entrare nel merito sull’utilità di un simile strumento per contrastare il gioco patologico: da sempre FIT e STS sono contro il gioco problematico ed anzi, per noi che ci proponiamo come la parte sana dell’offerta del gioco, appoggiamo qualsiasi iniziativa che possa dare anche il più minimo contributo a questa importante lotta... certo magari supportata da qualche studio serio! Ma quello che proprio non ci va giù è che la mancata esposizione di questa famigerata targhetta, anche in una sola delle macchine presenti in tabaccheria, comporta una sanzione di ben 50.000 euro.

Assurdo e irrazionale, mi viene da dire e in effetti lo è. Non esiste un minimo, non esiste un massimo: si tratta di una somma secca di 50.000 euro per la semplice mancata affissione di un pezzo di carta. In barba a qualsiasi esigenza di proporzionalità della pena che dovrebbe essere alla base del nostro ordinamento. In fase di conversione del decreto Balduzzi in legge abbiamo cercato in tutti i modi di far sentire la nostra voce, denunciando il paradosso di una norma scritta sicuramente in maniera frettolosa e irragionevole, ma purtroppo i nostri sforzi, allora, sono stati vani. Ma l’amaro in bocca è rimasto e non possiamo far finta di nulla.

Rispettiamo la norma ovviamente, questo non si discute, ma non stiamo mancando di valutare strade alternative per intervenire su tale argomento e soprattutto sull’importo di tale sanzione per riportarla entro i canoni della proporzionalità e dell’equità. Per questo diciamo un no secco alla caccia alle streghe: apriamo le porte agli organi di controllo nelle nostre tabaccherie, ma di controlli non si può morire!

Giovanni Risso

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