A.A.A. Stato cercasi!
Sapevo di poter contare su tutti voi colleghi e sulla compattezza della nostra categoria, ma non mi aspettavo una così grande partecipazione alla manifestazione romana del 23 aprile scorso.
Sono soddisfatto di come è andata... e attraverso queste righe voglio ringraziare le migliaia di tabaccai giunti a Roma da tutta Italia.
Questa manifestazione è servita a concentrare l’attenzione dello Stato su fenomeni che recano grave danno non solo a noi tabaccai ma, soprattutto, all’Erario.
I dati in nostro possesso, unitamente con quelli del Dipartimento delle Finanze, testimoniano un allarmante calo di entrate per le casse dello Stato. Si tratta di un trend altamente negativo cui bisogna porre quanto prima rimedio.
Attraverso una maggiore lotta al contrabbando, innanzitutto, di cui da tempo denunciamo una massiccia ripresa. Abbiamo chiesto alle Istituzioni che si intervenga con tutti i mezzi possibili a stroncare il traffico illecito del tabacco.
Anche la «sigaretta» elettronica contribuisce notevolmente al calo delle vendite. Ecco perché ne chiediamo la regolamentazione in tempi brevi.
Non siamo certo noi tabaccai, che paghiamo i diritti di concessione sulle nostre attività, i soggetti da accusare di scarsa responsabilità, tutt’altro. Non lo siamo riguardo al tabacco, non lo siamo nemmeno rispetto al gioco pubblico.
Proprio per questo è importante sottolineare ancora una volta che noi tabaccai non solo siamo operatori professionali del gioco per conto dello Stato ma che, grazie alla nostra rete, sottoposta a controlli serrati, abbiamo contribuito a sottrarre il comparto alla criminalità organizzata.
La stessa criminalità che continua a rendere la nostra categoria, triste primato, la più colpita dai fenomeni criminosi come furti e rapine. Ben venga dunque l’utilizzo della moneta elettronica a favorire la nostra sicurezza, se si trovano sistemi per neutralizzarne i costi, almeno per quei prodotti o servizi svolti per conto dello Stato.
Siamo la rete più diffusa, professionale e sicura al servizio dello Stato. Ci aspettiamo che lo Stato riconosca il nostro lavoro e che intervenga per difendere, anche attraverso la regolamentazione della vendita e della pubblicità delle «sigarette» elettroniche, la nostra redditività e le entrate erariali.
Giovanni Risso