La storia si ripete. Ma anche il finale...
In occasione della conversione in legge del decreto «Crescita Bis», è stato presentato un emendamento che puntava dritto dritto a ritentare lo scippo, a danno della nostra categoria, di una significativa parte del suo lavoro, in nome del principio della libera concorrenza, che però per il tabacco è una vera e propria castroneria. Il ragionamento non è solo semplice ma addirittura banale!
La libera concorrenza non si può infatti applicare al nostro mercato per due diverse, stringenti ragioni:
a) l’esclusiva a favore dei tabaccai non è dettata da esigenze corporative ma dal fatto che il tabacco è un prodotto pericoloso e per la cui vendita si è scelta, da sempre, una rete dedicata;
b) è necessario non far finta di dimenticare che il prezzo di vendita del tabacco è imposto per legge. La ventilata concorrenza, non portando quindi alcun vantaggio per la collettività, è invocata soltanto come scusa per scippare il lavoro degli altri.
In quest’occasione, però, ci piace sottolineare che sia il Governo che le Commissioni V (Bilancio) e X (Industria e Commercio) del Senato hanno di fatto respinto al mittente la proposta, valutando l’insensatezza della finta posizione liberista.
A tutti loro va il ringraziamento di 56mila aziende a conduzione familiare.
Giovanni Risso