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Parlamento Europeo: richieste regole per settore canapa

Per rispondere a questa domanda, basterebbe fare una passeggiata nei centri storici della maggior parte delle città italiane nelle quali si possono facilmente incontrare insegne che richiamano la foglia della canapa.

Eh sì, i negozi che vendono la cosiddetta cannabis light, ossia con un basso contenuto di THC (sostanza psicoattiva) ed inferiore allo 0,2%, hanno ormai aperto dappertutto. Questi negozi vendono un prodotto legale che è ben diverso dalla cannabis considerata come stupefacente, su cui invece continua a vigere il divieto di coltivazione, produzione, vendita e consumo.

La cannabis light è quel prodotto della pianta di canapa sativa coltivabile per «uso industriale» e la cui trasformazione ha aperto nuove opportunità economiche nei settori più disparati: dalla cosmetica al tessile, fino al settore alimentare del cosiddetto «novel food».

La canapa è anche considerata come pianta molto importante per l’agricoltura, per la bonifica dei terreni e per rispettare la rotazione colturale necessaria per mantenere la fertilità dei suoli agricoli. Ma, alla fine, uno dei modi più diffusi per consumare questo prodotto è il fumo.

In Europa si è tornati a parlare di canapa nel work­shop del Parlamento europeo tenutosi il 28 febbraio scorso a Bruxelles. Con il tema «La canapa nella riforma della Politica Agricola Comune», gli eurodeputati hanno discusso della situazione della canapa nel processo di riforma della PAC sottolineando soprattutto la necessità di un’armonizzazione della relativa normativa.

La discussione ha visto alcuni interventi di partecipanti ed esperti del settore.

Successivamente, i parlamentari europei hanno posto alcune domande, incoraggiando la Commissione europea ad intervenire per armonizzare il settore che, per gli agricoltori europei, sembra soffrire di forti limitazioni, soprattutto burocratiche.

La discussione ha toccato anche dei punti interessanti che riguardano direttamente l’utilizzo e la commercializzazione della canapa.

Il primo ospite, Marco Fugazza, Direttore degli Affari Economici alla Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), ha parlato in generale della canapa come pianta polivalente, presentando le sue proprietà, il mercato della canapa e le sue potenzialità.

È stato poi il primo a sottolineare la necessità che una futura regolamentazione del settore prenda in considerazione e promuova «in una coerenza globale, l’utilizzo di tutte le parti della pianta». Ha, infatti, citato l’esempio di alcuni paesi in cui la legislazione prevede l’incenerimento di foglie e fiori concludendo che si tratta di pratiche che vanno contro i principi di protezione dell’ambiente e della sostenibilità.

Successivamente, il tema «Prodotti di cannabis a basso contenuto di THC: una panoramica e una regolamentazione» è stato esplorato da Michael Pielke, Direttore ad interim della sostenibilità presso la DG AGRI della Commissione europea e, infine, Brendan Hughes, Principal Scientist ed esperto di diritto della droga presso l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA), ha informato i presenti su «Crescita e lavorazione della canapa: potenzialità e sfide».

Quest’ultimo, ha sottolineato come la Direttiva 2014/40/UE sul tabacco e sui prodotti correlati prodotti (TPD) definisce il «prodotto a base di erbe da fumo» come «un prodotto a base di piante, erbe o frutti che non contiene tabacco e che può essere consumato mediante un processo di combustione». Secondo Hughes, la direttiva di per sé non esclude la possibilità che la cannabis o i prodotti correlati possano essere inclusi tra i prodotti a base di erbe da fumo.

Al contrario, se questi possono essere utilizzati per il fumo, devono essere conformi alle disposizioni della TPD1.

Questi prodotti sono specificamente regolati dagli artt. 21 e 22 della TPD, con disposizioni specifiche per l’etichettatura dei prodotti e la segnalazione degli ingredienti.

Infatti, prima di immettere un nuovo prodotto sul mercato, i produttori e gli importatori devono presentare alle autorità nazionali competenti un elenco degli ingredienti e delle rispettive quantità per marca e tipo.

Secondo l’Osservatorio europeo (EMCDDA), i prodotti a base di erbe da fumo che contengono o possono essere cannabis sono stati segnalati in più di 20 Stati membri, «con un notevole aumento del numero di prodotti segnalati dal 2019 ad oggi».

Stiamo dunque parlando di prodotti da fumo, che siano infiorescenze o piuttosto sigarette preconfezionate alla canapa.

Allo stato attuale e sentite queste dichiarazioni, sembra sempre più necessario un chiarimento normativo, a livello nazionale o europeo, affinché un prodotto da fumo o per lo meno potenzialmente fumabile, venga distribuito e commercializzato nel rispetto di specifici criteri e prescrizioni come ad esempio quelli in vigore per i prodotti del tabacco.

Il convegno si è dunque concluso con un invito da parte dei Parlamentari europei presenti che si arrivi al più presto ad una normativa armonizzata a livello europeo così da definire un fenomeno che pone sfide importanti per il lavoro degli agricoltori, per la salute dei consumatori e per i canali distributivi.

 

1 Rapporto EMCDDA – «Low-THC cannabis products in Europe», dicembre 2020.

 

 

 

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