Tassa sui volumi scommesse? No grazie! Pastorino: «si rischia di favorire il gioco illegale»
«Mentre ancora non si intravede una data di riapertura per la raccolta fisica delle scommesse, né nei negozi dedicati, né nelle nostre tabaccherie che invece hanno continuato ad erogare altri servizi essenziali, tutto ci saremmo aspettati, tranne che una nuova tassa, anche se con il nobile scopo di aiutare lo sport italiano».
Questo è il commento a caldo di Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi in merito alla possibile introduzione di un’ulteriore tassa sui volumi di raccolta delle scommesse sportive e virtuali.
La misura è contenuta nel provvedimento attualmente allo studio del Governo, il cosiddetto Decreto Rilancio e l’importo rilanciato dalle varie indiscrezioni, 0,75% della raccolta, è tutto da vedere; ma i tabaccai ricevitori non ci stanno ed esprimono tutto il proprio sgomento. «Si tratterebbe, da parte delle Istituzioni, di una totale mancanza di considerazione e rispetto nei confronti delle imprese del gioco, delle centinaia di migliaia di lavoratori di cui il settore si avvale e delle loro famiglie.
Se la bozza circolata in questi giorni divenisse realtà – prosegue il Presidente di STS – gli oneri fiscali crescerebbero di oltre il 30%, con il rischio di mettere definitivamente in ginocchio un settore già provato da due mesi di chiusura, a seguito dei provvedimenti per il contenimento della pandemia, dovuta al Covid-19».
Insomma un vero e proprio colpo di grazia per l’intero settore e non solo: «una mancanza di rispetto e senso della realtà tale da travolgere anche quei cittadini che, legittimamente, vogliono divertirsi giocando una scommessa: l’aumento di tassazione finirebbe, infatti, per diminuire sensibilmente le quote di vincita offerte ai giocatori, spingendo anche i più rispettosi delle regole verso il mercato illegale e criminale che diventerà sempre più competitivo».
Per questo motivo, la reazione del Sindacato Totoricevitori Sportivi, a nome delle migliaia di corner scommesse presenti nelle tabaccherie italiane, è stata durissima.
«In quanto rete dello Stato – annuncia Pastorino – ci dissociamo da qualsiasi scenario in cui la filiera possa operare in Italia senza concessioni e al di fuori delle regole, così come paventato da qualcuno».
Osservazioni decise, dunque, ma anche costruttive: infatti il Presidente di STS indica un’altra via possibile e più sostenibile «suggeriamo di destinare una quota parte del gettito già previsto sulla raccolta delle scommesse allo sport nazionale, senza ulteriori prelievi alla rete di vendita e ai giocatori».