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Direttiva Tabacco: dal Parlamento primo sì alle nostre ragioni

 

cop 41 2015È ormai in dirittura d’arrivo il decreto legislativo di recepimento della Direttiva sui prodotti del tabacco.

Infatti, il Parlamento ha da poco concluso l’esame dello schema del provvedimento governativo sul quale, attraverso le competenti Commissioni, ha espresso alcuni rilievi motivati.

Uno di questi riguarda direttamente la nostra categoria, destinataria di una norma che stabilisce un pesante inasprimento delle sanzioni sul divieto di vendita ai minori, introducendo perfino la sospensione della licenza per ben tre mesi alla prima violazione.

Inutile dire che su questo tema la nostra reazione è stata immediata, per due motivi.

Il primo è che la materia non è oggetto della Direttiva e, di conseguenza, un intervento legislativo in merito ha tutte le caratteristiche di un eccesso di delega; il secondo è che appena tre anni fa il Decreto Balduzzi ha rivisto le sanzioni in modo molto incisivo e non si capisce per quale motivo si debba rivedere nuovamente la materia, considerando l’insussistenza di ragioni che impongono una repressione così severa di comportamenti che certo stigmatizziamo ma che non sono numericamente tali da generare allarmi sociali, tanto per parlar chiaro.

Abbiamo argomentato le nostre ragioni in sede parlamentare, ottenendo attenzione e condivisione dalla maggior parte dei Deputati e Senatori che hanno esaminato lo schema di decreto proposto dall’Esecutivo, con il risultato che su otto Commissioni coinvolte nell’esame, in ambito consultivo o di merito, ben cinque hanno affrontato il tema dell’eccessiva onerosità delle sanzioni a carico dei tabaccai previste nel decreto, sposando le nostre tesi.

In particolare, poi, ben due Commissioni di merito su tre hanno elaborato pareri con condizioni od osservazioni che, fra l’altro, richiedono espressamente all’Esecutivo una revisione della norma sulle sanzioni a carico dei rivenditori, ritendendole eccessive e sproporzionate.

Abbiamo incassato il primo sì dal Parlamento, stiamo lavorando per replicare con il Governo.

                                                                    Giovanni Risso

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